La scuola durante la pandemia

Luci e ombre della formazione a distanza

Siamo arrivati alla fine di questo strano anno scolastico, normale fino a marzo quando la pandemia ha sbarrato i portoni delle scuole e ci ha costretti ad un inedito distanziamento sociale. Abbiamo scoperto un tipo di vita che credevamo non potesse esistere. Tutti siamo stati catapultati nel mondo digitalizzato dell’educazione. Docenti e genitori inizialmente confrontavano paure e speranze nei gruppi WhatsApp, poi i primi gruppi dei ragazzi e infine la formazione a distanza che ha preso il via dopo due settimane, prima timidamente e poi con sempre maggiore forza.

Chi si sarebbe mai immaginato di trovarsi a frequentare una scuola virtuale. Quale allieva e quale allievo avrebbe mai potuto immaginare che l’aula di cui frequentare le lezioni sarebbe stata la propria cameretta. E mentre gli allievi scoprivano il mondo della formazione a distanza per i genitori è stato un po’ come tornare tra i banchi di scuola. Sono diventati esperti a leggere consegne, a scaricare file, a creare pdf, a scattare foto di elaborati, a registrare mentre i figli leggevano i testi in tedesco o in inglese, a scattare foto mentre realizzavano gli artefatti di attività tecniche e tessili.

Dopo 8 settimane di lockdown ci siamo ritrovati di nuovo tutti a scuola.

Durante la crisi, tutti abbiamo fatto nuove esperienze con gli strumenti digitali e abbiamo potuto farci un’idea dei vantaggi e degli inconvenienti che offre un mondo educativo digitale. Durante i nostri incontri periodici con le direzioni, ma anche con i vari incontri avuti con i singoli insegnanti, abbiamo provato a documentare e analizzare le fasi di insegnamento a distanza. Non si tratta ovviamente di un’indagine scientifica, ma di una riflessione interna che si propone di raccogliere i vissuti, le esperienze, le difficoltà e i bisogni emersi durante la scuola a distanza e il successivo rientro in aula.

La formazione a distanza e la ripresa in classe è stata affrontata con serietà e competenza dal corpo docenti. La maggior parte degli insegnanti ha dimostrato di essere flessibile e pronto per nuove sfide. La collaborazione e le regolari riunioni tra docenti hanno permesso di darsi il giusto supporto per affrontare l'insegnamento a distanza e l'organizzazione per la ripresa in presenza. Ogni fase ha necessitato di un adattamento impegnativo da parte di tutti. Il rientro in presenza è stato caratterizzato da paure ed ansie per le incertezze dovute ai possibili aumenti di contagi che fortunatamente non si sono per il momento verificati.

Per tutti è stata un’occasione di vero apprendimento e riflessione profonda sul futuro della scuola. Diverse cose hanno funzionato molto bene, dal flusso comunicativo ispettorato-direzioni-insegnanti-genitori-allievi, all’impegno incondizionato di tutti, passando per l’utilizzo di diversi dispositivi elettronici e piattaforme di apprendimento, tra le quali Microsoft-Teams sembra aver raccolto i maggiori consensi. Nelle lezioni di MI sarà importante implementare ulteriormente l'uso di piattaforme per l'apprendimento a distanza. Nelle classi inferiori il metodo tradizionale con supporto cartaceo si è comunque rivelato il più efficacie. Dai dati emerge che le/gli insegnanti hanno avuto l’impressione che durante la fase di formazione a distanza le/gli allieve/i hanno fatto buoni progressi e il confinamento si è rilevato utile sia per ripetere come per introdurre argomenti nuovi. Le competenze e gli obiettivi minimi di questo anno scolastico sono stati raggiunti.

È scontato ricordare che con l’andare del tempo gli allievi si sono dimostrati meno assidui nell’interesse e nello studio.
L’aspetto critico più evidente è che volontà e impegno personale e infrastruttura tecnica non bastano per assicurare l’inclusione nei processi educativi di tutte/i le/gli allieve/i. Il contesto famigliare di supporto durante la distanza assume un peso rilevante nell’efficacia dell’apprendimento stesso, con rischi evidenti di disparità nei risultati tra chi ha a disposizione genitori in grado di seguire i figli e chi no.
Dopo che la crisi del coronavirus ha colpito, in modo del tutto inaspettato, il nostro sistema educativo, vi è stata un’accelerazione senza precedenti della digitalizzazione. -Sarà necessario valorizzare questa esperienza e continuare a utilizzare queste soluzioni tecniche nel caso in cui degli allievi perdano delle lezioni, a causa di una malattia o di un incidente-, ci suggerisce Stefan Wolter, direttore del Centro svizzero di coordinamento della ricerca educativa. -Gli strumenti digitali sono il mezzo per rendere finalmente realtà la richiesta di un insegnamento individualizzato senza domandare troppi sforzi agli insegnanti. -

Il nostro mondo educativo, arricchito dagli strumenti digitali, sarà più attrattivo di quello precedente al mese di marzo 2020, ma - tutti concordano nel giudizio - la scuola in presenza non potrà essere sostituita. La relazione con i singoli e con la classe e il rapporto tra insegnante e alunno determinano il successo o l’insuccesso dell’apprendimento/insegnamento.

Grazie alle direzioni scolastiche e a tutti gli insegnanti per come avete affrontato questa situazione e assistito gli allievi superando difficoltà e ostacoli, tenendo in piedi quel legame nato in classe. È stata dura ma ce l’abbiamo fatta.

Da varie parti risuona la raccomandazione di tenere alta la guardia per la tanto temuta seconda ondata. Per il momento godiamoci l’estate. Buone vacanze a tutte/i.

Ispettorato scolastico del Grigioni Italiano
Manuela Della Ca’-Tuena
Arno Zanetti