Noi ci crediamo

ritrovarsi 1Negli ultimi anni con le ondate di migrazioni, il problema dell'integrazione e il tema dell'interculturalità si ripropongono in maniera più accentuata rispetto al passato. In Svizzera arrivano anche minori non accompagnati. Il Ticino propone un modello che potrebbe fare scuola anche nel resto del Paese. Ne parliamo con Marco Calò, direttore della scuola media di Barbengo. Articolo pubblicato sulla piattaforma education21.

A Paradiso, la Croce Rossa ospita, nel foyer per richiedenti d'asilo minorenni e non accompagnati, oltre 50 giovani fra i 12 e i 18 anni. Di questi, circa la metà frequenta la scuola media e l'altra metà il pretirocinio d'orientamento poiché si tratta di giovani che verosimilmente resteranno in Svizzera. Gli obiettivi primari (come l'igiene, l'alimentazione e la propria salute, ma anche l'italiano, lo sport e la collaborazione domestica) sono di competenza del foyer, mentre quelli formativi lo sono del DECS.

Nella scuola media di Barbengo (512 allievi in totale) sono stati accolti 20 giovani, dei quali 17 di origine eritrea, 2 afgani e 1 albanese. Insieme formerebbero una classe, ma non è questa la scelta optata dalla Divisione Scuola perché più che di integrazione , si sarebbe trattato di una ghettizzazione che non avrebbe aiutato nessuno. L'assegnazione di al massimo due (in un solo caso tre) minori non accompagnati per classe avviene in base all'età fornita nei documenti ufficiali. Di preferenza a Barbengo si tende in ogni caso ad evitare l'iscrizione all'ultimo anno scolastico perché comprometterebbe la possibilità di integrarsi e continuare gli studi o scegliersi un apprendistato già da subito. In questo anno scolastico dunque ben 13 allievi sono stati distribuiti sulle classi del terzo e 7 su quelle del primo anno.

Un impegno non indifferente che coinvolge tutti gli attori della scuola. In primo luogo le docenti per alloglotti, i docenti delle classi coinvolte e gli stessi allievi. Il direttore Marco Calò spiega come il ruolo delle docenti per alloglotti sia stato differenziato: "Marilisa al mattino si occupa dell'italiano e degli aspetti culturali dell'integrazione, Roberta al pomeriggio invece fa matematica e geografia". I ragazzi frequentano queste lezioni a gruppetti e sulla base di orari personalizzati. Gli orari sono stati modificati tre volte nel corso dell'anno scolastico, nell'ottica di una sempre crescente integrazione. Inizialmente con molte ore con le docenti per alloglotti ma con un orario scolastico ridotto. Poi via via l'intensità delle lezioni per alloglotti diminuisce e in maniera proporzionale aumenta la loro partecipazione al ritmo normale della classe. La partecipazione alle lezioni di lingua ed integrazione va a scapito di materie quali storia, scienze e tedesco poiché in questa fase ritenute più ostiche per loro a causa della lingua. Si da quindi precedenza all'apprendimento dell'italiano e della matematica. Inoltre se con gli altri allievi esiste un dialogo scuola-famiglia, nel caso dei MNA questo ruolo viene assunto dagli educatori del foyer della Croce Rossa che assieme agli altri ospiti formano una grande famiglia.

La sede di Barbengo vuole promuovere l'integrazione anche con il coinvolgimento di tutte le classi e dei genitori organizzando ogni anno a dicembre la serata "RITrOvarsi". In quell'occasione allievi e docenti si esibiscono con racconti, letture e canto ed è pure possibile gustare specialità culinarie dei Paesi di provenienza delle varie famiglie. Lo scorso dicembre tre dei ragazzi hanno voluto condividere il loro viaggio per arrivare fino in Svizzera raccontandolo, con l'aiuto di un interprete. Questo tipo di scambio permette a tutti di uscire dai luoghi comuni e di vivere una parte di storia non solo per sentito dire! Continua Calò: "E pensare che all'inizio dell'anno scolastico i ragazzi del foyer sono arrivati spaventati e stanchi e i docenti molto preoccupati per l'impatto nella scuola, rispettivamente nella propria classe. Grazie all'entusiasmo e alle capacità professionali dei docenti – che sono veramente molto bravi a gestire e seguire i nuovi arrivati, ma soprattutto a reinventarsi quotidianamente – ci si impegna quotidianamente per spazzare via paure e preoccupazioni e per smontare il binomio "noi-loro" trattando tutti i ragazzi della scuola alla stessa stregua. Questo è possibile anche perché noi ci crediamo!"