Educazione sessuale: sì del Parlamento

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ed.sess270Nulla da fare in Parlamento per l'iniziativa popolare «Protezione dalla sessualizzazione nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare». Dopo il Consiglio federale e la Commissione dell'educazione del Consiglio nazionale, anche la Camera del popolo ha respinto a larga maggioranza il relativo disegno di legge.

Era l'anno 2011, quando nelle scuole di Basilea Città entravano in classe degli inequivocabili oggetti di stoffa a forma di pene e di vagina. In poco tempo, l'educazione sessuale a scuola è diventata un tema dibattuto a livello nazionale. Lo sdegno suscitato e alimentato anche dai media ha portato al lancio dell'iniziativa popolare «Protezione dalla sessualizzazione nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare». Il 17 dicembre 2013, i promotori dell'iniziativa, appartenenti a vari schieramenti politici, hanno depositato le firme necessarie – oltre 110 000 firme valide – presso la Cancelleria federale.

Ma quali sono gli obiettivi principali dell'iniziativa popolare? La proposta di modifica costituzionale vuole impedire che sia impartita qualsiasi educazione sessuale ai bambini di età inferiore ai 9 anni. Stando al comitato promotore, la scuola materna dovrebbe fornire al massimo un corso destinato alla prevenzione degli abusi.
A partire dai 9 anni si potrebbero impartire lezioni facoltative di educazione sessuale. Corsi obbligatori sulla sessualità dovrebbero essere invece riservati soltanto a ragazzi di 12 anni e più nell'ambito delle lezioni di biologia, destinate alla «trasmissione di conoscenze sulla riproduzione e lo sviluppo umani».

Nel corso della sessione primaverile, il Consiglio nazionale si è occupato dell'iniziativa. I parlamentari hanno cercato di dare una risposta ad alcuni interrogativi: Di quali temi si deve occupare la scuola e di quali invece la famiglia? Che cosa significa prevenzione ed educazione sessuale? Ed è giusto inserire nella Costituzione federale simili argomenti?

Dopo un acceso dibattito, la Camera del popolo ha bocciato con 134 voti contrari, 36 a favore e 12 astenuti la proposta di modifica costituzionale. L'iniziativa deve ancora essere discussa dal Consiglio degli Stati.