Sempre connessi

second screenI giovani accedono a internet ovunque, utilizzando gli smartphone o altri media contemporaneamente. I nativi della rete sono dei multitasking. Questo e altro è emerso da un recente studio nazionale.


La ricerca, presentata a Basilea in occasione della didacta, esposizione dedicata al settore dell'educazione, ha preso in esame l'utilizzo dei nuovi media da parte di oltre mille giovani tra i 12 e i 19 anni d'età di tutte le regioni linguistiche.

L'indagine, la seconda nel suo genere condotta dalla Scuola universitaria di scienze applicate di Zurigo (ZHAW) in collaborazione con swisscom, evidenzia una sempre maggiore mobilità dei giovani internauti grazie al fatto che il numero di smartphone, i telefonini intelligenti, è pressoché raddoppiato dal 2010 al 2012.

Lo studio dal titolo JAMES (Jugend, Aktivitäten, Medien – Erhebung Schweiz) indica inoltre una tendenza dei giovani a un utilizzo contemporaneo dei nuovi media. La cosiddetta generazione «second screen» ascolta musica mentre scrive un SMS o controlla il suo profilo Facebook. Quasi la metà degli interpellati ha dichiarato di navigare in internet intanto che guarda la TV. Nello stesso tempo, l'84 per cento ha detto di sapere come proteggere la loro privacy nelle reti sociali.

La ricerca ha inoltre evidenziato che le esperienze negative in internet sono aumentate. 17 per cento dei giovani ha affermato di essere stato oggetto di cybermobbing, percentuale che non è cambiata rispetto al 2010. Il fenomeno non va tuttavia sottovalutato, così ricordano i ricercatori della Scuola universitaria di Zurigo. «I contenuti pornografici o particolarmente violenti non sono guardati solo con i cellulari di ultima generazione, bensì anche a casa. Per questo motivo è importante fare prevenzione anche fra le pareti domestiche e a scuola», precisano i responsabili dello studio.

Ogni bambino conosce le regole della circolazione. «Al rosso ci si ferma, al verde si cammina». Nella nostra società dei media è necessario quindi fare in modo che i nativi della rete, ossia i giovani nati con internet, ricevano un'educazione sull'utilizzo corretto dei nuovi media.

A questo proposito, secondo uno studio europeo «EU Kids Online», la Svizzera – come la Croazia, la Slovenia, la Bulgaria e la Turchia – avrebbe ancora molta strada da percorrere. La prevenzione e la discussione in merito ai pericoli legati ai nuovi media sarebbe appena iniziato nel nostro paese.
Va ricordato, tuttavia, che il Consiglio federale ha lanciato nel 2010 un programma di prevenzione ed educazione ai media. Inoltre, il parlamento elvetico si è occupato a più riprese del tema, chinandosi soprattutto sul problema dei giochi violenti.

Saranno ancora e comunque la scuola e gli insegnanti, con i genitori, i responsabili principali di un'educazione adeguata delle allieve e degli allievi. In futuro, che è già presente, dovranno consegnare ai giovani un bagaglio di competenze e conoscenze sufficientemente ampio affinché i «second screen» siano in grado di affrontare il mondo della rete.

(fonti: NZZ am Sonntag, Tages Anzeiger e ZHAW)



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